Facendo una passeggiata lungo il Naviglio della Martesana all’altezza di Crescenzago non vi imbatterete solo nelle splendide ville che si affacciano lungo l’alzaia. Se un giorno decideste di attraversare via Padova, all’altezza dell’incrocio con via Adriano, ed addentrarvi in via Domenico Berra vi ritroverete ad ammirare una splendida chiesetta romanica con una lunga storia alle spalle.
Si chiama Chiesa di Santa Maria Rossa e fu fondata intorno all’anno 1140 d.C. dall’arcivescovo Robaldo (1136-1146) sul luogo dove si ergeva una cappella dedicata alla Vergine. Una lapide posta nel 1922 fa risalire tali vestigia all’anno 935.
A stupire non è solo la bellezza discreta di questo monumento medievale, ma i numerosi legami che si scoprono tra la parte Nord orientale di Milano bagnata dalla Martesana e quella Sud occidentale attraversata dal Naviglio Grande. Ecco cosa abbiamo scoperto…
Chiesa di Santa Maria Rossa a Milano
Luogo di sosta per i pellegrini. Percorrendo via Berra si è catapultati subito in un silenzio irreale che contrasta col traffico di Viale Padova. Dopo pochi metri, svoltata una curva ecco comparire la facciata di mattoni rossi a cui deve il suo nome la chiesa. Sulla facciata saltano subito all’occhio i piatti colorati che avvertivano i pellegrini di passaggio della possibilità di ricevere un pasto caldo e un riparo per la notte. A uno sguardo attento questa facciata ricorda subito quella di altre note abbazie medievali, prima fra tutti quella di Morimondo eretta nel 1134.
Da Crescenzago a Rosate. I legami tra le terre dei Navigli a Nord-est di Milano e quelle a Sud-est non finiscono qui. Il successore di Robaldo, Umberto I da Pirovano (1146 – 1166), prese infatti sotto la sua protezione la comunità di sacerdoti guidati da un preposto ispirata alla regola di Sant’Agostino e gli concesse alcuni privilegi che permisero di estendere i loro domini fino alla pieve di Rosate, un comune a soli 3 km dal Naviglio Grande all’altezza di Gaggiano. Ne è prova una lite giudiziaria tra i canonici di Crescenzago ed il preposto di Rosate cui mise fine papa Lucio III nel 1182.
Da Sant’Agostino al Laterano. Ben presto da questa comunità, la prima in ordine di tempo a Milano, ebbero origine altre per filiazione, che si riunirono nella Congregazione di Santa Maria di Crescenzago. Fu poi il papa Alessandro IV nel 1254 a raggruppare tutte le comunità che seguivano la regola di Sant’Agostino nella congregazione dei Canonici Lateranensi con sede a Roma.
Dai Visconti al XX secolo
La tomba leggendaria. Tra la fine del XII secolo ed i primi anni del XIII, a causa delle contese tra i Della Torre e i Visconti per il possesso della signoria di Milano, a Crescenzago sorse un accampamento per le milizie e qui trovarono rifugio gli esuli. Tra questi c’è anche Matteo Visconti, scomunicato da papa Giovanni XXII che nel 1322 chiede asilo alla canonica e vi muore.
La leggenda vuole che la tomba del Visconti sia celata nella chiesa e non sia mai stata trovata.
Di secolo in secolo si arrivò al 1772 quando la canonica, per ordine del cardinale Giuseppe Pozzobonelli, venne soppressa diventando parrocchia.
All’interno affreschi sui vangeli apocrifi
Struttura interna richiama Morimondo. Dopo aver varcato la porta d’ingresso ecco aprirsi davanti a noi tre navate. Il tipo di pilastri, la presenza di campate rettangolari e lo sviluppo della facciata rendono la chiesa di Santa Maria Rossa molto simile ad atri edifici di architettura lombarda cistercense, prima fra tutte l’abbazia di Morimondo che abbiamo già citato per la facciata.
Trittico del Bergognone. Gli importanti affreschi dell’abside maggiore furono eseguiti nel XIV secolo e circa cent’anni dopo vennero realizzate alcune cappelle laterali. Nel 1503 fu aperta la prima cappella a sinistra, dedicata a santa Caterina, il cui altare fu adornato con un trittico del Bergognone. Il trittico, rubato nel 1971 e fortunosamente recuperato, si trova oggi nel Museo diocesano di Milano e nella cappella ne è esposta una copia.
Influssi bizantini. Alzando lo sguardo alla volta del presbiterio si possono ammirare motivi floreali e geometrici. Su questa stessa volta, eliminate le decorazioni settecentesche, ha rivisto la luce un ciclo di affreschi medievali ispirati ai Vangeli apocrifi (Annunciazione, Dormizione, Funerale e Assunzione della Vergine) che mostrano un forte influsso bizantino. Segno che i legami artistici si estendevano ben oltre i confini nazionali.
Basta barocco. Negli Anni ’20 arrivarono poi importanti lavori di restauro. Con essi si cercò di liberare la struttura dalle aggiunte barocche e di ridare alla chiesa la sua apparenza medievale.
La facciata venne però pesantemente rimaneggiata, il rosone centrale ed i due loculi furono sostituiti, il primo con tre monofore e gli altri con una monofora ciascuno, e le pareti interne furono ornate con decorazioni neo medievali.
Dove si trova la chiesa di S. Maria rossa di Crescenzago
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