La puntata di Presa Diretta, andata in onda su RaiTre domenica 15 febbraio, ha riportato alla luce il paradosso di Expo. Con la scusa di Nutrire il Pianeta, come recita lo slogan della manifestazione, si mangiano gli ultimi terreni utilizzati per l’agricoltura che circondano Milano costruendo strade e opere accessorie. Il risultato? Coltivazioni tagliate in due e cascine espropriate dei propri campi per posizionarci sopra i container dove alloggiano agli operai. Senza contare la distruzione di fontanili, rogge e il discutibile progetto delle Vie d’acqua che doveva collegare Expo con Milano.
Insomma… centinaia di ettari di terreno agricolo distrutto che non tornerà mai più coltivabile.
Se pensate che tutto questo non possa capitare alle terre del Naviglio Grande e di Bereguardo vi sbagliate. Ma siete ancora in tempo per unirvi a chi si sta opponendo a questa ennesima distruzione di suolo pubblico!
La Superstrada Vigevano-Malpensa
Il progetto della Superstrada. Stiampo parlando della Superstrada che dovrebbe collegare Vigevano a Malpensa, passando per Abbiategrasso, Albairate, Cassinetta di Lugagnano e Robecco fino a Magenta. Il tratto da cui era partito tutto invece, quello tra Albairate a Milano-Baggio e la Tangenziale Ovest, è stato già archiviato per mancanza di fondi. E questo la dice lunga su cosa effettivamente si cerca di fare con la nuova Supertrada.
Sono già passati 14 anni. Lanciato nel 2001, il progetto di Anas prevede ben due ponti sopra i Navigli. Uno su quello di Bereguardo, proprio all’altezza di una storica conca, e l’altro sul Naviglio Grande poco prima della frazione Castelletto di Abbiategrasso. Un mostro di cemento armato che fa venire i brividi solo a vederlo. E che mal di inserisce nel contento agricolo dei posti che attraversa.
A favore e contro. I sostenitori del progetto, capitanati dal sindaco di Vigevano Andrea Sala (Lega Nord), dicono di voler risolvere il tappo che migliaia di automobilisti trovano all’altezza di Abbiategrasso alleggerendo così anche il traffico che passa in paese.
I tanti gruppi di cittadini che si oppongono invece, dal Comitato Notangenziale di Abbiategrasso a quello di Cassinetta e Albairate, non vogliono la costruzione dell’ennesima strada vuota che distrugga i campi oggi coltivati a riso e biologico. Di collegamenti ce ne sono già abbastanza, basterebbe migliorare l’esistente.
L’autostrada inutile. La Brebemi è solo l’ultimo esempio di come le tanto annunciate opere di pubblica utilità siano solo una scusa per dare soldi ai privati, magari interrandoci anche rifiuti pericolosi. E consumare suolo destinato all’agricoltura!
I nuovi ponti sui Navigli
Il costo del progetto. Il fronte del no tangenziale va dal sindaco di Albairate, Giovanni Pioltini, a quello di Cassinetta, Daniela Accinasio che insieme alla sua Giunta ha approvato lo stop al consumo di suolo nel suo Comune. A costruire ci pensa la Regione Lombardia capitanata da Roberto Maroni che ha sempre appoggiato il progetto. Peccato che dal 2001 ad oggi le cose siano molto cambiate: dalla sensibilità dei cittadini per i temi dell’ambiente e della produzione di cibo biologico, passando per l’economia generale. I soldi dell’ultimo preventivo da 419 milioni di euro infatti sono sempre più difficili da trovare: si è scesi a 200 milioni, ma nessuno sa ufficialmente dove si prenderebbe tale cifra e soprattutto i tempi e modi di realizzazione.
Parco del Ticino a favore. Paradossale è che persino il Parco del Ticino, polmone verde di 91mila ettari tra Lombardia e Piemonte che sarebbe attraversato dalla superstrada, si sia detto favorevole al progetto.
Il tracciato tra Albairate e Magenta
Cosa possiamo fare. Contro i poteri forti della politica si sono mossi i cittadini. Quelli che amano il loro territorio e vogliono vederlo valorizzato, non distrutto da strade inutili e dannose all’ecosistema. Per questo motivo sono state raccolte 13mila firme contro la Superstrada. Inoltre 13 Comuni del Parco Agricolo Sud, Albairate, Basiglio, Buccinasco, Cesano Boscone, Cisliano, Corsico, Cusago, Gaggiano, Gudo Visconti, Rosate, Vermezzo, Zelo Surrigone, Zibido San Giacomo hanno presentato all’Unesco la richiesta di costituire una Riserva della Biosfera che si unirebbe a quella già presente del Parco del Ticino.
Prima che il danno sia irreparabile. Un tentativo che potrebbe fermare la cementificazione di queste terre, le ultime verdi intorno a Milano. Oltre ai riconoscimenti formali però c’è bisogno che la gente che ama queste terre faccia sentire la propria voce e sappia cosa si vuole fare prima che le ruspe inizino a devastare i campi e i Navigli.
Partecipate alle iniziative dei comitati No tangenziale e fate conoscere il progetto.
Più siamo, meno possibilità hanno i politici di far passare sulle nostre teste i loro ponti e le loro autostrade!
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