A pochi mesi dall’inaugurazione di Expo sembra che tutti guardino al 2015 come l’anno della riscossa. Invece “l’orizzonte dei nostri progetti deve andare molto più in là, dobbiamo puntare al 2025”, ha spiegato Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda, in occasione dell’incontro che si è tenuto il 16 dicembre a Milano per fare il punto, a distanza di un anno, sui 50 Progetti per Far Volare Milano.
Il piano strategico lanciato dall’associazione non dimentica di valorizzare l’aspetto turistico di Milano, arrivata ad aessere la terza città italiana di interesse storico artistico per numero di visitatori. Un traguardo non da poco visto come trattiamo i nostri monumenti (vedi lo stato dei lavori in Darsena) e gli stranieri che ad agosto affollano la città deserta in cerca di un bar.
Milano d’agosto, città turistica senza servizi
Tra i progetti più interessanti messi in campo da Assolombarda ce n’è uno dedicato proprio a sfruttare la vetrina di Expo per incrementare il flusso turistico. Non solo a Milano, ma in quella che ormai è a tutti gli effetti la città metropolitana. L’obiettivo è creare delle reti tra i tour operator ed Expo, proponendo anche iniziative fuori dai padiglioni.
Tradizione enogastronomica d’eccellenza. E quale area migliore delle terre dei Navigli per attirare turisti provenienti da tutti i paesi del mondo? Prendendo spunto dal cibo, tema principale scelto da Expo, è facile vedere come l’offerta enogastronomica non abbia rivali: solo nell’area di Abbiategrasso la tradizione milanese offre risotti, gorgonzola e bolliti.
Sul Naviglio Grande di Milano invece c’è solo l’imbarazzo della scelta se si vuole mangiare in uno dei tre ristoranti stellati che fanno capolino tra le miriadi di bar.
A chi avesse guardato attentamente l’area occupata dalla città metropolitana di Milano non sarà sfuggito il fatto che combacia quasi perfettamente con le terre dove scorrono i Navigli: da Vaprio a Pavia, passando per Abbiategrasso e Tornavento.
Dallo sport al patrimonio artistico. Ma come sfruttare le potenzialità di un bacino così vasto e diversificato? La risposta è più semplice di quanto sembri perché proprio la miriade di sfaccettature che convivono in quest’area sono il patrimonio da sfruttare per valorizzare le terre dei Navigli. Oltre al cibo, non mancano le manifestazioni sportive, dal canottaggio alla corsa, passando per i percorsi cicloturistici lungo l’alzaia del naviglio Grande o della Martesana. Senza dimenticare il patrimonio architettonico en plein air dei navigli stessi: un’opera di ingegneria che tutto il mondo ci invidia. E che perfino Leonardo Da Vinci studiò prima di migliorarlo.
Nulla da invidiare a Roma. Insomma le possibili sinergie sono infinite. E aspettano solo di essere raccolte e fatte volare sempre più in alto. Per rendere più vivibile la nostra città ed esserne fieri quando dobbiamo elencarne le bellezze davanti a un romano o un fiorentino.
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