«Non mi interessa il paesaggio in sé, ma l’emozione che ti dà». Osservare le fotografie della Bovisa o di Quarto Oggiaro insieme a Enrico Cattaneo è come fare un viaggio nel tempo. La Milano degli anni ’60 è lì davanti a te mentre al tuo fianco ci sono gli occhi di chi guardava quelle strade 50 anni fa. E con lo stesso sguardo disincantato ti parla di come sia stato naturale fotografare quelle strade fangose e quella persona che a mala pena si intravede tra gli scheletri dei palazzi.
Metamorfosi di Milano. L’inaugurazione della mostra Metamorfosidimilano La città tra le architetture e la vita quotidiana negli anni 1959>1963, promossa dal Comune di Milano e Zona 6 all’ex Fornace sul Naviglio Pavese, curata da Alessia Locatelli, è stata l’occasione per fare due chiacchiere con il fotografo milanese Enrico Cattaneo e farci raccontare come sono nati gli scatti in mostra fino al 22 febbraio 2015.
Enrico Cattaneo alla mostra Metamorfosi di Milano
Legame con la città. Milanese di 82 anni, Cattaneo ha sempre vissuto in via Paolo Sarpi. «I cinesi ci sono sempre stati», ci tiene a precisare, «solo che prima erano confinati in poche vie». Il legame con la grande metropoli meneghina è fortissimo, anche se lui cerca di minimizzare. «Non mi ricordo mica dove ho scattato questa foto», dice a chi gli chiede di essere più preciso. Poi però il ricordo di tanti anni in giro per Milano a fotografare strade, periferie e gru che costruiscono la città di Expo 2015 viene a galla.
Da ingegnere a fotografo. Tutto incominciò durante gli studio universitari da ingegnere. Dopo aver ricevuto la prima Kodak retina la passione per la fotografia prese il sopravvento. «A un esame di analisi il professore disse che sapevo le cose, ma ero distratto. Io gli risposti che mi andava bene anche un 18 perché dovevo andare a Sanremo a fare delle foto», racconta divertito Cattaneo mentre cerca di spegnere la sigaretta nel bicchiere di plastica dell’acqua come se si trovasse al bar, tra gli amici del Gruppo 66.
Documentare Milano e la sua gente
Fotografia come documento. «Era il 1962 e fui uno dei fondatori insieme a Ernesto Fantozzi. L’idea era di mettere insieme un archivio di foto per poterci presentare come gruppo negli anni a venire». Gli altri erano i fotografi non professionisti che decisero di lasciar perdere le foto artistiche e darsi alla fotografia documentale come testimonianza della realtà a loro contemporanea: Valentino Bassanini, Gualtiero Castagnola, Carlo Cosulich, Mario Finocchiaro, Giovanni Rosa, Olindo Steffenini e Giuseppe Serravezza. Presto però Cattaneo si distacca dal Gruppo 66: «ho incominiciato a fare il fotografo professionista e non avevo più tempo di andare in giro per le periferie».
La Martesana come paesaggio urbano
Paesaggio urbano. Tra i soggetti ritratti da Cattaneo non potevano mancare i Navigli. In particolare fu il Naviglio della Martesana ad attirare l’interesse del maestro: «faceva parte del paesaggio milanese, al pari di Gratosoglio e Quarto Oggiaro». Dalla campagna infatti, passando per Crescenzago e Cassina de’ Pomm, la Martesana arrivava fino alla conca di San Marco attraverso via Melchiorre Gioia.
Nessuno scoperchi i Navigli. Guai però a ipotizzare l’idea di riportare alla luce i tratti coperti nel 1929. «Per carità, se l’immagina oggi girare per il centro coi Navigli?», ribatte inorridito Cattaneo.
Sì, lo posso immaginare, grazie a chi ha scattato le fotografie che ancora oggi guardo con un misto di stupore e rammarico.
Informazioni utili
Dove: Ex-Fornace Alzaia Naviglio Pavese 16, Milano (MM Porta Genova)
Quando: fino al 22 Febbraio 2015
Lun-ven 9-12/13-17 – Sab-Dom 11-19 orario continuato
Costo: gratuita
Contatti: alessia_locatelli@hotmail.com – Zona6 – Milano 02.88458600
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