Meno di 10 km separano la Cascina Morosina di Abbiategrasso dall’Agrobirrificio di Morimondo. Da una parte si coltiva l’orzo e il luppolo, dall’altra si fa la cotta e si vende la birra Ticinensis.
Una filiera corta. Anzi, cortissima diventata il fiore all’occhiello di Filippo Ghidoni, 25enne di Abbiategrasso che nel 2011 ha deciso di raccogliere l’eredità agricola di famiglia e puntare su un prodotto che provenisse al 100% dal territorio bagnato dai Navigli.
Italiana al 100%. Per lui niente malti inglesi o tedeschi comprati già pronti, ma cereali della sua terra, lavorati in loco, capaci di competere con le birre artigianali più rinomate.
Una bionda, una rossa e una weizen. Queste le tre birre Ticinensis che si possono gustare all’ombra dell’abbazia di Morimondo dopo una biciclettata lungo il naviglio di Bereguardo.
La birra Ticinensis dell’Agribirrificio La Morosina
Qualità delle materie prime. «La ricetta per fare un’ottima birra sono le materie prime e la maltazione». Per Filippo Ghidoni il segreto del successo sta racchiuso nella semplicità e nel rapporto con la terra. «Perché l’attività agricola è una risorsa su cui investire che difficilmente perde valore», spiega Filippo mentre racconta di come ha dato vita al suo progetto. Con un pizzico d’incoscenza e il supporto della famiglia, il sogno di Filippo si è trasformato in una produzione di birra da 56mila litri l’anno, tre catene di supermercati fornite e un nuovo impianto di produzione in arrivo.
Com’è nata l’idea di fare la birra a Morimondo?
È nata grazie all’azienda agricola La Morosina dei miei nonni. Nei campi tra Abbiategrasso e la strada per Vigevano hanno sempre coltivato il mais e mi hanno trasmesso la passione per i prodotti della terra. Poi nel 2010 il Comune di Morimondo ha fatto un bando per utilizzare gli spazi vuoti dietro l’abbazia e così abbiamo proposto di fare la produzione di birra con attività di mescita.
Cos’ha di particolare la birra Ticinensis?
È una birra di filiera, prodotta trasformando le materie prime coltivate direttamente nei nostri campi. Maltiamo l’orzo e utilizziamo l’acqua del nostro fontanile per fare una vera e propria birra agricola.
Siete in una zona bagnata dal naviglio Grande e da quello di Bereguardo. Quanto è importante il legame tra la vostra birra e i Navigli?
Direi che è determinante per la nostra attività sotto due punti di vista. Prima di tutto per la Ticinensis utilizziamo l’acqua del fontanile Morosina da cui prende il nome anche la cascina. Una risorsa gratuita e tipica del territorio bagnato dai Navigli. Quando sono in asciutta anche molti fontanili hanno meno portata d’acqua e la produzione ne risente.
E il secondo fattore?
Non possiamo pensare a questo luogo senza l’apporto del turismo. A Morimondo abbiamo il patrimonio storico e artistico dell’abbazia dei Cistercensi che si unisce a quello naturalistico della Valle del Ticino. Col bel tempo una famiglia può arrivare tranquillamente qui in bici in un’ora e mezza facendo sempre la ciclabile. Da Milano si segue l’alzaia del naviglio Grande e poi da Caselle si costeggia il Naviglio di Bereguardo fino a Morimondo. Noi vogliamo offrire ai turisti che arrivano qui dalla città dei prodotti enogastronomici di qualità che rispecchino il territorio.
Con una laurea in ingegneria perché hai voluto puntare sulla terra?
Perché l’attività agricola è una risorsa che non perde mai valore. Certo bisogna lavorare duro dal punto di vista fisico e dedicarle molto tempo libero, ma la soddisfazione di produrre una birra di qualità con l’orzo e l’acqua dei nostri campi ti ripaga di tutti i sacrifici.
Dove: L’Agribirrificio La Morosina si trova a Morimondo (MI), in via Corte de’ Cistercensi
Contatti: 340 939 3797
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