Con l’arrivo dell’autunno i Navigli si svuotano dell’acqua che li rende così magici per i necessari lavori di manutenzione degli argini. Anche se tra puzza, alghe rinsecchite e rifiuti lo spettacolo non è dei migliori, l’asciutta è l’occasione giusta per dare una bella pulita ai fondali da cui emergono resti di ogni genere.
Fauna in pericolo. Uno dei più grandi problemi collaterali però non riguarda l’incuria umana, bensì i pesci. Sono loro che rimangono intrappolati in pozze d’acqua dove finiscono per morire agonizzanti.
Uno spettacolo che si ripete ogni anno, così come le polemiche che ne seguono.
Il Consorzio Canale Villoresi infatti ha messo in atto una task force per salvare i pesci intrappolati nelle ultime pozze, ma sono tanti gli animali che non ce la fanno e muoiono agonizzanti lungo l’alveo. Uno spettacolo indegno di un paese civile.
In un mese recuperati 9 quintali di pesci

Corsa contro il tempo. Tanti pesci vengono raccolti dai tecnici del Consorzio Villoresi, che si occupa della regolazione e manutenzione delle acque dei Navigli. Gli animali vengono poi messi in vasche temporanee e liberati in acque correnti.
Un lavoro contro il tempo che ha dato subito i suoi frutti… a settembre del 2014 sono stati recuperati otto quintali di pesce nel Naviglio Pavese e un quintale nella Darsena, ma siamo solo all’inizio.
Liberati in acque correnti. “La quantità di pesce che viene perso è minimale, stiamo parlando di percentuali inferiori al due per cento sul totale della biomassa locale”, ha raccontato l’ittiologo Marco Mancini. “La stagione passata io ho ritirato personalmente circa 300 quintali. Il quantitativo di pesce ritrovato e le specie ritrovate danno modo di presumere una buona qualità dell’acqua”.
I pesci sono stati leggermente storditi con corrente elettrica a basso voltaggio e poi raccolti in vasconi prima della liberazione.
Tanti rimangono intrappolati. Le polemiche però non mancano. Soprattutto perché tantissimi pesci e altri piccoli animali rimangono intrappolati tra detriti e rami secchi lungo l’alveo dei Navigli e finiscono per morire agonizzanti tra lo sguardo impotente dei passanti.
Gestione della biodiversità. Nessuno sa poi quanti dei pesci salvati sopravvivono al cosiddetto “salvataggio”. Ripensare la gestione dell’acqua non solo dal punto di vista agricolo, ma anche della fauma e della flora dovrebbe essere il primo passo per tutelare meglio la biodiversità che alimenta e rende così unici i nostri Navigli.
si sono un pescatore e ritengo sia scandaloso fare morire agonizzanti tanti pesci inutilmente quando con politiche mirate si potrebbe salvaguardare enormemente la fauna e la florovivaismo del prezioso naviglio grande