Il suo verde metallico spicca sul grigiume del cavalcavia Don Milani e passando lungo l’alzaia del Naviglio Grande non si può fare a meno di ammirare la sua struttura imponente. Anche all’occhio meno allenato in fatto di architettura, risulta evidente che il ponte di ferro Richard Ginori non è come tutti gli altri.
Dalla fabbrica alla ferrovia. Si tratta infatti di un ponte mobile che permetteva di collegare le Ferrovie dello Stato, il cui tracciato si snodava lungo l’Alzaia del Naviglio Grande, con lo stabilimento Richard Ginori situato sulla riva opposta. Un ingegnoso raccordo che legava la fabbrica direttamente alla rete ferroviaria nazionale.
Il ponte mobile Richard Ginori
Vagoni sopra il naviglio. La famosa industria di ceramiche infatti utilizzava come materia prima il caolino che veniva trasportato via acqua e, realizzati i prodotti, utilizzava la ferrovia per la loro spedizione.
Grazie a un sistema meccanico di leve e di argani il ponte si abbassava quasi a livello dell’acqua, permettendo a una locomotiva di manovra di portare sulla ferrovia i vagoni in uscita dalla fabbrica di ceramiche. Una volta terminata l’operazione il ponte veniva riportato a livello alto e permetteva così il passaggio delle barche sul Naviglio.
I particolari del ponte e la passerella pedonale
Come la torre Eiffel. Realizzato nel 1908, il ponte di ferro riesce ancora oggi a sopportare un carico di 600 chili per metro quadrato. E, come se non bastasse, la sua struttura unica è conosciuta in tutto il mondo perché fu costruito con la stessa tecnologia utilizzata per la costruzione della Torre Eiffel di Parigi e del ponte ferroviario di Paderno d’Adda.
Piero dice
Sarebbe opportuno che tornasse in funzione. ! E’ vero mancano i soldi,manca sempre tutto… però se si riuscisse a creare un team di appassionati – e ce ne sono – come in UK, Svizzera e resto d’europa la cosa si potrebbe fare. Il sollevamento della struttura è molto interessante. Fu realizzato con un sistema a carrucaole di rinvio in modo da ridurre la forza di sollevamento e queste si vedono ai quattro lati del ponte. Non si vede perché sono all’interno i grossi contrappesi che bilanciano la struttura del ponte. In questo modo si riduce ulteriormente la potenza necessaria al sollevamento. Un sistema ingegnoso ! Un’idea, questa, semplice e ben sfruttata anche per far funzionari gli attuali ascensori a fune e qualche funicolare all’inizio del secolo scorso. Sarebbe bello ed interessante riuscire a mostrare con dei pannelli esplicativi il sistema di funzionamento qui molto sommariamente descritto.. Sarebbe inoltre desiderabile che vandali e writer non si accanissero su questa struttura. perché NON la merita !! Come altrettanto non lo merita il ponte in ferro che scavalca la stazione di porta Genova- Via Savona tutto scarabocchiato e sgorbiato. Che insipienza !!