Quando si spalanca la porta di legno alta più di due metri e la luce penetra all’interno della sala lo sguardo scorre subito verso l’alto. Dalle colonne simili a palme si erge maestoso un soffitto fatto di cupole e archi dal sapore mediorientale. In un batter d’occhio ci si dimentica della nebbia e sembra di essere catapultati in Andalusia. Invece ci troviamo nelle scuderie di Casa Sironi Marelli, lungo l’alzaia del Naviglio Grande, proprio davanti a palazzo Archinto.
Solo per pochi fortunati. In pochi conoscono l’esistenza di questo gioiello architettonico dell’800, fino ad oggi custodito gelosamente e solo negli ultimi mesi riaperto a piccoli gruppi di visitatori grazie alla passione per la storia di Giancarlo Cislaghi, pronipote del generale Giovanni Sironi (Gallarate 1816 – Milano 1901).
Le scuderie moresche di casa Sironi Marelli
Amante dei cavalli arabi. Fu proprio il generale Giovanni Sironi, maestro di strategia militare di re Vittorio Emanuele III, a volere delle scuderie in stile moresco per i suoi amati cavalli arabi. Il luogo scelto fu la casa che fecero costruire i Bordini, amministratori dei nobili Litta di Milano, poi passata di mano ai Crivelli e ai Confalonieri.
Per i suoi purosangue arabi il generale Sironi fece predisporre cinque spazi con abbeveratoi di calcare bianco e mangiatoie di ferro appesi alle pareti. Sopra ogni spazio si ergeva una testa di cavallo intagliata nel legno. Sul soffitto e alle pareti si possono ancora intravedere le pitture che abbellivano le scuderie mentre il pavimento, completamente di pietra, mantiene intatta la sua rude bellezza e ingegnosità, visto che è intagliato in maniera da incanalare tutte le acque sporche del pavimento in un’unico canale di scolo.
Decori tipici dello stile arabo. A far entrare la luce nelle scuderie ci pensano delle finestre a forma di ferro di cavallo, caratteristiche dell’archiettura araba. Un dettaglio che si ritrova anche nelle finestre che si affacciano sul cortile interno della casa.
Segni particolari: eclettica. Se il richiamo allo stile moresco vi sembra così strano per una casa di aperta campagna lungo il Naviglio Grande dovete pensare che le scuderie furono solo l’ultimo tassello di un gioco a incastro fatto di elementi ripresi da diversi movimenti storici. L’eclettismo infatti è il denominatore comune che rende casa Sironi una delle più dimore di Robecco più ricche di curiosità. Nel grande parco sul retro della casa, progettato dall’architetto Balzaretto, lo stesso che a metà dell’800 ampliò i giardini pubblici di Milano, c’erano infatti delle statue attribuite allo scultore Vela e chi ha la fortuna di entrare può ancora ammirare il cenotafio (mai usato) della nobildonna Bordini.
Lascia un commento