Non potevano mancare i Navigli di Milano tra i dipinti di Giovanni Segantini in mostra a Palazzo Reale di Milano fino al 18 gennaio 2015.
Tra ritratti di vita contadina e montagne innevate spiccano infatti i canali navigabili della città in cui il pittore visse per molti anni. E di cui Segantini ritrasse ogni particolare: dai barconi ormeggiati a riva fino a scene quotidiane dal sapore quasi contemporaneo come la passeggiata di signorine vestite a festa e i loro colorati ombrellini sul ponte di San Marco o i tentativi di pesca di un ragazzo nelle acque chete dei Navigli.
Il legame tra la città di Milano e Segantini è dovuto proprio al suo soggiorno nel quartiere dei Navigli fin dal 1865. Fu allora che il giovane lasciò il Trentino dopo la morte della madre e si stabilì a Milano dalla sorellastra. Seguirono anni di vagabondaggio, riformatorio e praticantato come fotografo presso la bottega dell’altro fratellastro, Napoleone, a Borgo Valsugana.
Da vagabondo a pittore della città
Alla fine del 1874 Giovanni tornò a Milano per studiare pittura all’Accademia di Brera, ottenendo riconoscimenti e facendo amicizia, fra gli altri, con Previati, Longoni, Morbelli, Bistolfi.
Per mantenersi lavorò come garzone di bottega presso l’ex garibaldino Luigi Tettamanzi, pittore di bandiere, insegne e paramenti d’ogni tipo. Nell’estate 1879, ormai modificato il cognome da Segatini in Segantini, espose alla mostra dell’Accademia Il coro di Sant’Antonio. Un quadro che attirò l’attenzione della critica e gli procurò i primi collezionisti nella borghesia milanese più colta, che sarà il suo ambiente anche dopo il trasferimento in Svizzera.
Nell’ottobre 1881, sotto l’egida di Grubicy, Segantini lasciò Milano per la Brianza (Pusiano, Carella, Caglio), dove, a contatto con la natura, trovò la propria fonte iconografica in quei paesaggi miti, spesso velati di nebbia e animati da una semplice e rituale quotidianità contadina.
Si trasferì poi in Svizzera, ma continuò a frequentare Milano e a coltivare i rapporti con letterati e musicisti lombardi.
Il 18 settembre 1899 Segantini salì in una baita sul ghiacciaio dello Schafberg, con il figlio Mario e Baba, per lavorare alla parte centrale del Trittico. Alcuni giorni dopo fu colpito da un violento attacco di peritonite. I soccorsi arrivano troppo tardi e morì il 28 settembre.
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