Una biscia con due teste, una lotta senza esclusione di colpi, compreso il ricorso al malocchio, e il titolo di signore di Milano in palio. Sono questi i pochi esplosivi ingredienti che fanno de La Vipera e il Diavolo di Luigi Barnaba Frigoli un romanzo storico capace di ricostruire in maniera avvincente la battaglia tutta interna a casa Visconti che portò Gian Galeazzo a sconfiggere il perfido zio Bernabò, considerato dal popolo al pari di Belzebù.
Lotta all’ultimo sangue. Siamo nella seconda metà del Trecento e il potere in Lombardia è diviso tra Bernabò Visconti, signore di Milano e delle terre orientali (Bergamo, Brescia, Lodi, Crema, Cremona e Parma) e il fratello Galeazzo, a cui succederà il primogenito Gian Galeazzo, Conte di Virtù, signore di Milano e Pavia, dove di fatto risiede, e delle terre occidentali (Como, Novara, Asti, Alessandria e Tortona).
Ai piani dello zio, terribile e spietato ammazzapreti, si oppone il giovane nipote solo all’apparenza più dedito alle preghiere che alla spada. Gian Galeazzo si rivelerà più ambizioso e più furbo di quel diavolo di Bernabò costretto a morire in solitudine nelle segrete del castello di Trezzo sull’Adda.
La Milano medievale. Per eliminare il temibile zio non mancano i colpi di scena, gli intrighi amorosi e magici, i tradimenti e i duelli tra cavalieri. Il tutto sullo sfondo di una Milano ricostruita nei minimi dettagli: dalla Ca’ di Can, il palazzo di Bernabò a Milano, alla chiesa di San Giovanni in Conca, centro religioso dei Visconti i cui resti oggi si trovano in piazza Missori, passando per il castello di Porta Giovia, chiamato così prima del rifacimento sforzesco e di quello di Pavia, sede della corte di Gian Galeazzo.
Storia e leggende. Il libro riesce a intrecciare la narrazione con le leggende che hanno come protagonista Barnabò Visconti. Quelle storie diffuse tra il popolo lombardo ed arrivate fino a noi grazie a cronisti del Cinquecento. Un patrimonio letterario quasi sconosciuto, che permette di riscoprire i veri sentimenti che legavano gli abitanti ai loro signori: le umiliazioni, gli scatti d’ira e le condanne a morte per delle inezie, ma anche inaspettati perdoni e gratificazioni verso chi si mostrava sincero e schietto col proprio signore.
La stirpe della Biscia. Un quadro vivo ed emozionante di Milano, il suo contado, gli osti che accoglievano i pellegrini e fungevano anche da spie, le pusterle a guardia della città e le maghe attive nei boschi appena fuori le mura. La storia di una resa dei conti che creò quell’aurea di terrore di cui i discendenti della Biscia andarono sempre fieri. Una lotta all’ultimo sangue per il potere che terminerà con la dannazione eterna del Diavolo e la salita al trono della Vipera più scaltra.
La Vipera e il Diavolo di Luigi Barnaba Frigoli, Meravigli edizioni, 345 pagine, 17 euro.
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