Immaginate di essere seduti a bere il vostro caffè sotto un glicine di 120 anni che fa scendere dal cielo i suoi grappoli lilla come fossero lanterne. Accanto a voi scorre lenta e imperturbabile l’acqua nel Naviglio della Martesana e poco più in là anatre e gallinelle si stanno preparando per andare a dormire. Il rumore delle auto che affollano di giorno via Melchiorre Gioia si spegne e gli ultimi raggi di sole illuminano Cassina de’ Pomm come in un quadro dell’800.
Se pensate che un luogo del genere non esista, tanto più a Milano, vi sbagliate di grosso! Questo luogo magico si chiama Caffè Martesana e il merito di aver trasformato in realtà questo sogno è tutto della famiglia Villani che 25 anni aprì il locale e continua a gestirlo ancora oggi.
“Mio padre ha aperto il caffè nel 1990 quando qui intorno non c’era quasi nulla e la cascina era tutta da ristrutture. C’era solo il ristorante Cassina de’ Pomm che poi ha chiuso” racconta Valeriano, figlio dei proprietari e da qualche anno coinvolto nella gestione quotidiana del bar.
La Cassina de’ Pomm sul Naviglio della Martesana
“È un luogo unico soprattutto per la zona Nord di Milano perché molto meno conosciuta rispetto ai navigli più famosi di Porta Ticinese”. In effetti appena spunta un raggio di sole e si possono mettere i tavoli fuori il Caffè Martesana diventa un punto di ritrovo irrinunciabile per chi fa una passeggiata, va in bici o vuole solo passare qualche momento all’aperto e sentirsi in una Milano diversa, dove il traffico lascia il posto ai colori pastello dell’acqua del Naviglio e tutto va più lento.
Nessuno pulisce il Naviglio. Il fascino del canale progettato da Leonardo è però molto spesso offuscato dalla scarsa cura che viene data alla pulizia del Naviglio. “Senz’acqua e col caldo l’odore che si sente è davvero terribile e, nonostante tutti i nostri appelli perché sia pulito regolarmente, non si vede mai nessuno” si sfoga Valeriano nella speranza che anche il fratello Minore del Naviglio Grande sia risistemato non solo per far bella figura ad Expo, ma perché è un tesoro da valorizzare. Nemmeno qui infatti, lontano dal centro e dal quadrilatero della moda, mancano i turisti. Arrivano a fare foto al ponte di ferro dove secondo la leggenda passò anche Renzo per raggiungere Milano o alla Cassina delle Mele dove Giacomo Casanova fece una delle bravate che lo resero famoso seducendo la promessa sposa del sarto da cui era stato invitato al pranzo di nozze.
Il ponte di ferro sulla Martesana
Creare un noleggio bici. Per Valeriano “servirebbe un evento come la maratona, capace di far vivere questi luoghi. Non basta un mercatino una volta ogni tanto lungo la Martesana”. E visto che ogni giorno dal suo Caffè vede passare tantissimi ciclisti e runner “perché non mettere delle bici a noleggio come le BikeMi nell’area pedonale qui davanti? Ormai è diventato un parcheggio selvaggio perché nessuno viene a controllare, ma con qualche panchina e una fontanella sarebbe un bellissimo spazio di ritrovo per le persone”.
Far tornare alla luce i Navigli. La speranza è che in concomitanza di Expo la zona da cui esce allo scoperto il Naviglio della Martesana e tutto il percorso che arriva fino a Vaprio D’Adda sia valorizzato al pari della Darsena. E come suo padre sognò un caffè affacciato lungo il Naviglio, anche Valeriano spera che un giorno si riportino alla luce i canali di Milano e si possa andare in bici lungo il Naviglio fino alla conca dell’Incoronata. “Le grandi capitali europee hanno valorizzato i loro canali e noi li abbiamo chiusi. Tanti milanesi non sanno neppure che esiste la conca di Leonardo. Dobbiamo far conoscere i Navigli e i tesori nascosti della nostra città”.
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MARCO dice
HO UN FIGLIO CHEF INNAMORATO DI QUEL POSTO ,CI FOSSE POSSIBILITA DI FAR QUALCOSA …..
MARCO dice
HO UN FIGLIO CHEF ED INNAMORATO DI QUEL POSTO SULLA MARTESANA CHISSA CHE C’E’ MODO DI APRIRE UNA TRATTORIA
navigli24 dice
Buongiorno, se si ha entusiasmo i posti dove poter avviare un’attività lungo la Martesana non mancano. Ne è la prova la Cascina Martesana, abbandonata da anni e ora fatta rivivere da 3 ragazzi!
Virginio Carlo Negri dice
Tutto ciò, che fa parte della tradizione sta scomparendo assieme al dialetto milanese e agli stessi milanesi autentici. Io sono milanese da quattro generazioni , quando incontro un meneghino vero mi viene il magone. Poter parlare in dialetto e un dono di dio. Passeggiare per Milano sembra di essere in casa d’altri. Ricordo con nostalgia il giorno che nella casa dove abitavo è arrivato un … non milanese, noi bambini lo guardavamo con curiosità. Altri tempi!